L'ELOGIO DEL DUBBIO: QUALE? (PUNTA DELLA DOGANA, VENEZIA, 10 APRILE 2011- 12 DICEMBRE 2012). 11 3 30 58
Di fronte a quell'insieme di opere ibride, inutili e - spesso - ridicole- che la "giovane" (si fa per dire : è nata nel 1959) Caroline Bourgeois, laureata in psicanalisi all'Università di Parigi e nominata spesso direttrice di numerosi musei d'arte o mostre di opere contemporanee, ha raccolto in quel posto bellissimo, straordinario, immenso che è la Punta della Dogana, fatta restaurare dall'architetto giapponese T. Ando che l'ha reso un luogo meraviglioso anche per godersi il panorama di ciò che di bello circonda Venezia, non sai se il titolo prescelto per questa Mostra sia appropriato o no.
I "dubbi" sono infiniti. Oggi chi non li macera nel suo intimo di fronte a quello che ci viene riversato - giorno, dopo giorno - sulle nostre teste? Chi può dire con certezza "questo lo so di sicuro". Forse- solo di fronte alle nostre stupende opere d'arte di un Giotto, un Raffaello, di un Masaccio, di un Beato Angelico… potremmo affermare che i loro dipinti ci riempiono di gioia, ci fanno andare in un tempo sovraumano che scavalca ogni dubbio.
Ma i dubbi, oggi, con tutto questo proliferare di Mostre per lanciare i nuovi "geni" della pittura, diventano ancora più prepotenti. Come si può giudicare e dire :" Bello", quei sacchi di morti di Cattelan, che- sicuramente- tra dieci anni non esisteranno più? E quelle lampadine accese, e quei tanti inutili oggetti che neanche capisci a cosa servono e che domani saranno nella spazzatura?(Cfr.: L'Elogio del dubbio, Punta della Dogana, Venezia 10 aprile 2011- 12 dicembre 2012).
Ammiro molto F. Pinault per aver profuso molto dei sui euro nella ristrutturazione di Palazzo Grassi e di Punta della Dogana. E' stato grande, però non merita tanti elogi per le Mostre che gli "dicono" di organizzare nei due splendidi luoghi di Venezia, che più di "arricchirla" la immiseriscono", la fanno passare da "battona da quattro soldi" (cioè di una che approfitta dei luoghi splendidi di una città per vendere le sue "miserie").
L'arte contemporanea non è un insieme di orribili oggetti da vendere o da allocchire il povero che le va a vedere, ma un "qualcosa" di alto, di creativo, di splendido da poter iscrivere nella memoria e parlarne ad altri (confronto con il Mart di Rovereto, dove si allestiscono Mostre mirabili di arte contemporanea)
Vediamo, allora, cosa vuol dire fare l'"elogio al dubbio".
"Ho sempre pensato che sia un segno di insicurezza. Di incertezza. Di paura. Pensavo rappresentasse un segnale di vita in fase di stallo.
Ho imparato a riconoscerlo nel tempo e, esperienza dopo esperienza, mi rendo conto che è proprio il dubbio a darci il "LA" per trovare nuovi limiti da superare.
Non è vero che chi ha dubbi non sa che fare. Chi ha dubbi ha più scelte da compiere. Ha una vita migliore. Può scegliere. E al giorno d'oggi è già tanto. Chi ha dubbi può ritenersi fortunato.
La certezza invece è una cosa che già si ha, un sogno realizzato e immortale nel tempo. Un qualcosa che magari abbiamo inseguito per una vita intera e che alla fine abbiamo raggiunto.
Ma so per certo che non serve a nulla avere certezze perché tutti basano la propria vita su qualcosa che non hanno. Me ne accorgo nelle cene di famiglia, dove tutti parlano dei figli o dei nipoti piuttosto che parlare di sé stessi. Parlano delle certezze e dimenticano di porsi un dubbio qualsiasi. Piano piano muoiono sorridendo, pensando a chi ancora ha la vita davanti, dimenticandosi della propria.
Ok, l'esempio dei nipoti e dei figli forse non rende al meglio il concetto ma forse riesce a dare qualche dubbio.
Non va bene.
Porsi dubbi vuol dire anche considerare l'opportunità di veder migliorare una certezza che già si ha.
Io sono arrivato ad un'età in cui ho iniziato a considerare l'idea di non poter mai avere grandi certezze. Lavoro e famiglia sono cose che alla fine arrivano per tutti quelli che hanno un minimo di buon senso e sicuramente non rappresentano certezze.
Non sono insicuro. Non mi faccio paranoie. Sono solo lungimirante, un acquario del *****, riesco sempre a trovare il modo di farmi una domanda e pormi dei dubbi. È come se avessi la certezza di dover avere sempre almeno un dubbio.
De Crescenzo in un suo libro affermava che chi non ha dubbi è uno stolto. Alla domanda "Ne sei sicuro?" lui rispondeva "Non ho alcun dubbio!" (Fonti: Yahoo! Answers.: it.answers.yahoo.com ›
Difatti la curatrice di questa Mostra, C. B. dice: Appoggiandosi a opere intensamente emblematiche degli anni Sessanta, tende a celebrare il dubbio nei suoi aspetti più dinamici, ovvero la sua forza nello sfidare i pregiudizi.
Ogni artista ha un proprio spazio ed è comunque in contatto con gli altri, grazie alle trasparenze e ai passaggi che caratterizzano Punta della Dogana.
Tra gli artisti presenti, Donald Judd, Edward Kienholtz, Roni Horn, Jeff Koons, Maurizio Cattelan, Sigmar Polke. Tatiana Trouvé ha realizzato la sua opera espressamente per questi spazi.
La mostra "L'Elogio del Dubbio" sarà affiancata, dal 2 giugno, da un'esposizione a Palazzo Grassi, "Il Mondo vi appartiene" (fino a dicembre di quest'anno). Non dimentichiamo che tra coloro che hanno elogiato il dubbio c'è Bertolt Brecht che lo ha definito : "quale motore d'invenzione, dispositivo di libertà d'azione e luogo della fertilità artistica contro ogni schematismo". (Stupende immagini del dubbio di San Tommaso nell'arte. http://upload.wikimedia. org/wikipedia/commons/thumb/ Gerrit van Honthorst, Incredulità di Tommaso, ...
liturgiadomenicale.blogspot.com/.../stupende-immagini-del-dubbio-di-san. Html).
Notizie tecniche
A raccogliere e documentare il lavoro svolto, un ricchissimo catalogo Electa in tre lingue.
Da questa stagione il programma della Fondazione consolida i progetti già testati - incontri con scrittori Storie dell'arte, laboratori didattici St_art, conferenze aperte al pubblico L'Opera Parla e proiezioni di film - e la continuità dell'offerta espositiva, determinata da ritmi lievemente diversi per le due sedi: se per Punta della Dogana si instaurerà una cadenza lenta per le esposizioni più durature, come da protocollo dei più grandi musei del mondo, a Palazzo Grassi l'offerta sarà più differenziata e articolata in esposizioni più brevi e varie. La più celebre collezione veneziana nel suo insieme e nei luoghi che l'accolgono non è solo da vedere come un box di preziosità, ma anche da sentire e da provare: un vero e proprio laboratorio aperto in cui la creatività fermenta, coinvolge, dialoga e cresce.
Maria de Falco Marotta & Team
«Elogio del dubbio»
Dall'8 aprile al 31 dicembre Centro d'Arte Contemporanea Punta della Dogana
Info tel. 39 041-5231680 39 041-5231680 www.palazzograssi.it
P.S. Debbo per forza elogiare Paola Manfredi per la sua amichevole e generosa accoglienza per quanti come me "peregrinano" in cerca del "bello"