"IL MONDO È UN BEL LIBRO, MA POCO SERVE A CHI NON LO SA LEGGERE" (CARLO GOLDONI) 2013aprile10.51
Dal 10 al 14 aprile, stasera, si è svolta a Torino Biennale Democrazia con Utopico. Possibile?: dalla società alla politica, dalla scienza all'arte, dalla filosofia all'architettura, dalla letteratura a internet, un percorso di riflessione sulle utopie contemporanee, attraverso le voci più autorevoli del panorama nazionale e internazionale. La terza edizione di Biennale Democrazia si è interrogata sulle diverse concezioni del mondo e sulla tensione verso il futuro. In questo quadro, uno speciale approfondimento è stato dedicato all'Africa con una riflessione sullo sviluppo possibile e - attraverso la voce dei protagonisti della sua recente storia - sulle esperienze di un continente che combatte e vince le sue sfide. Per immaginare il mondo di domani, artisti e scienziati hanno raccontato gli scenari del futuro: genetica e post-umano, ogm e biodiversità, medicina e benessere, società dell'informazione e intelligenza collettiva. E ancora in che modo la città - da sempre il luogo ideale dell'immaginario utopico- saprà ridisegnare gli spazi del privato e del pubblico, i rapporti tra le generazioni, i luoghi e i non-luoghi sociali? Biennale si è chiesto cosa significa oggi praticare democrazia: Primavere arabe, Occupy Wall Street, movimenti delle donne, lgbt e queer, gruppi di acquisto solidale, economie informali o del dono sono forme di mobilitazione sociale che pongono in questione i rapporti di potere. Le comunità ne sono spesso il soggetto. Web e social network, sempre più, il veicolo privilegiato. Biennale Democrazia per 5 giorni ha cercato le risposte alle tante domande che affollano il nostro quotidiano attraverso lezioni, dibattiti, interviste, dialoghi, letture di classici, seminari di approfondimento, momenti di spettacolo e di riflessione, progetti speciali per scuole e associazioni. Oltre cento appuntamenti con i protagonisti del dibattito contemporaneo nelle sale più belle del centro della città: Teatro Regio, Teatro Carignano, Teatro Gobetti, Circolo dei Lettori, Cavallerizza Reale, Piccolo Regio Puccini, Teatro Vittoria, Aula Magna dell'Istituto Avogadro. Qualche spiraglio di speranza per il nostro futuro è apparso, dentro all'infernale caos politico che tutti stiamo vivendo amaramente anche se- spettacoli come quello di Piazza s. Pietro a mezzogiorno per il "Regina celi, alleluia", recitato da Papa Francesco, possono consolare i cuori di tanti afflitti, noi tutti dobbiamo combattere per la Democrazia e indicare- come presidente della Repubblica- un nome che sia ben lontano dai partiti e con la sua vita sia dimostrazione di promuovere il bene comune, non solo dell'Italia , ma del mondo intero.
Tra i tanti nomi che vengono sostenuti dai Partiti (orrore, gente vecchia e "venduta" in un modo o in un altro") a noi piace Gino Strada, incontrato più volte nei vari convegni a Venezia, quando non era "nessuno" e si spaccava il suo cuore per i piccoli bambini mutilati dell'Afghanistan.
Ecco il suo curriculum vitae
Laureatosi in medicina all'Università Statale di Milano nel 1978 e successivamente specializzatosi in chirurgia d'urgenza, durante gli anni della contestazione è uno degli attivisti del Movimento Studentesco, e guidò il servizio d'ordine della facoltà di Medicina, la sua squadra era denominata "Lenin". Viene assunto dal nosocomio di Rho e fa pratica nel campo del trapianto di cuore fino al 1988, quando si indirizza verso la chirurgia traumatologica e la cura delle vittime di guerra. Nel periodo 1989-1994 lavora con il Comitato Internazionale della Croce Rossa in varie zone di conflitto: Pakistan, Etiopia, Perù, Afghanistan, Somalia e Bosnia ed Erzegovina. Questa esperienza sul campo motiva Strada ed un gruppo di colleghi a fondare Emergency, un'associazione umanitaria internazionale per la riabilitazione delle vittime della guerra e delle mine antiuomo che, dalla sua fondazione nel 1994 alla fine del 2010, ha assistito gratuitamente oltre 4 milioni di pazienti.
Ha pubblicato due libri che hanno ottenuto un certo successo di pubblico e critica: Pappagalli verdi: cronache di un chirurgo di guerra e Buskashì. Viaggio dentro la guerra. Nel 2001 è vincitore del premio Colombe d'Oro per la Pace, assegnato annualmente dall'Archivio disarmo ad una personalità distintasi in campo internazionale. Dal 2002 è cittadino onorario della città di Empoli (FI), dal 2003 anche della città di Montebelluna (TV)[3] e nel marzo 2006 è stato insignito della cittadinanza onoraria della città di Bisignano. Ha ricevuto alcuni voti nello scrutinio segreto per l'Elezione del Presidente della Repubblica Italiana del 2006. Nel marzo 2007, durante il sequestro in Afghanistan del giornalista de La Repubblica, Daniele Mastrogiacomo, ha assunto una posizione di rilievo nelle trattative per la sua liberazione. Il 1º settembre 2009 muore la moglie Teresa Sarti, cofondatrice e presidente di Emergency; le succede nel ruolo di presidente la figlia Cecilia Strada, con la quale ha scritto ultimamente un libro. In Italia, Gino Strada ha assunto negli anni posizioni critiche nei confronti dei governi guidati da Massimo D'Alema, Romano Prodi e Silvio Berlusconi, per le loro scelte a sostegno della guerra, per la partecipazione dell'Italia a diversi conflitti recenti, per l'aumento continuo delle spese militari da questi sostenute, per le politiche sull'immigrazione e i respingimenti. La maggior parte delle critiche sono relative alla partecipazione dell'Italia all'intervento NATO in Afghanistan - noto anche come Operazione ISAF - valutate da Gino Strada e dalla sua organizzazione, che vi opera, come una barbarie commessa contro la popolazione afghana in aperta violazione della Costituzione della Repubblica Italiana: « L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo. » ( Art. 11, Costituzione della Repubblica Italiana). Strada si è spinto a tali affermazioni poiché riteneva l'intervento della NATO, e di conseguenza dell'Italia, spinto da interessi economici. Anche se diversi considerano la sua posizione come un esempio di pacifismo radicale, moralista e utopico. A questo proposito, Strada stesso ha dichiarato: « Io non sono pacifista. Io sono contro la guerra. »( Cfr.: Gino Strada, Intervista a Che tempo che fa).
Anche noi, assolutamente.
Maria de falco Marotta & Team