Campanello d'allarme: mortalità in crescita (+11%)
In questi giorni e’ passata sotto tono una notizia che invece dovrebbe essere conosciuta e maggiormente analizzata.
L’Istituto nazionale di statistica (Istat) ha diffuso il dato della mortalita’ in Italia nei primi sette mesi del 2015 evidenziando un incremento di 39 mila morti rispetto allo stesso periodo del 2014. Un aumento preoccupante dell’11 per cento, che, se rapportato su base annua, totalizzerebbe una mortalita’ totale di 664 mila persone rispetto ai 598 mila del 2014. Ricordo che la mortalita’ nel 2013 e’ stata di 591 mila , quindi nel 2014 vi e’ stato un modesto incremento del 1,2 per cento.
La mortalita’ generale, insieme alla speranza di vita e alla mortalita’ infantile costituisce uno dei principali indicatori, non solo dello stato di salute, ma anche della condizioni socio-economiche di una nazione. L’Italia nel 2014, per la speranza di vita, con 79,4 anni nei maschi e 84,8 nelle femmine, e’ risultata al quarto posto al mondo dopo il Giappone, la Svizzera e l”Australia. Il dato reale di 39 mila decessi in piu’ e la proiezione di 66 mila a fine anno sembra essere a carico maggiormente delle donne e della popolazione piu’ anziana.
Bisogna risalire agli anni della prima e della seconda guerra mondiale per trovare un aumento cosi’ significativo della mortalita’. Nel nostro Paese oggi non vi sono le condizioni sociali registrate in quegli anni, abbiamo conquistato la pace da oltre 60 anni e vi e‘ un sistema socio-sanitario universalistico. Ma allora come si puo’ interpretare questo fenomeno che dovrebbe interessare tutti ed in modo particolare coloro che detengono maggiore responabilita’ sociali e politiche ?
Una causa potrebbe essere il processo di invecchiamento che e’ particolarmente accentuato in Italia con il piu’ basso di natalita’ e gli over 65 sono sempre piu’ in aumento. In termini numerici nel 2014 nella fascia di eta’ fino ai 60 anni si sono registrati 159 mila residenti in meno rispetto ad un incremento di 70 mila persone dai 61 ai 70 anni, di 40 mila dai 71 agli 85 e nei grandi anziani piu’ 62 mila unita’. Certamente la nostra e’ una societa’ che sta rapidamente invecchiando (si stima che nel 2050 gli over 75 saranno il 35 % della popolazione) con problematiche sociali di grande portata che abbisognano oggi di rinnovate politiche sociali .
E’ stato calcolato che il processo di invecchiamento potrebbe giustificare al massimo 16 mila decessi in piu’ nel 2015 e per I rimanenti 50 mila ?
Il razionamento ed I tagli del sistema socio-sanitario con un indebolimento del welfare, unito alla crisi economica con un incremneto dei ceti sociali piu’ fragili possono costituire gli elementi per un peggioramento dello stato di salute.
Certamente un’analisi piu’ approfondita dei dati sulle cause di morte nelle differenti classi di eta’ e di genere , disponibile tra qualche mese, potra’ fornire ulteriori spiegazioni. Con la possibilita di conoscere I dati regionali e provinciali si potranno formulare altri approfondimenti.
E’ comunque un campanello d’allarme che interpella tutti I cittadini ed in particolare i decisori pubblici che dovrebbero rinnovare le politiche sociali depurandole del superfluo per garantire almeno l’essenziale per una buona qualita’ di vita
Tabella longevità da Wikipedia