SOLO UOMINI PER L'UNITÀ D'ITALIA? FORSE NO. 11 3 20 23

di Maria de Falco Marotta

La storia dell'Unità d'Italia che tutti celebreremo il 17 marzo 2011, sembrerebbe a prima vista tutta scritta al maschile. I nomi sono noti: Garibaldi, Mazzini, Cavour, Vittorio Emanuele II, Bixio, i fratelli Bandiera e tantissimi altri. In realtà esiste anche un Risorgimento al femminile costituito da popolane, nobili e borghesi. Donne che hanno offerto un contributo non indifferente per costruire la nostra Nazione, di cui nel 2011 si commemorerà il 150º anniversario ed, in seguito, la nascita della nostra Repubblica.

Di solito quando si parla del ruolo femminile nel Risorgimento sono due le figure più frequenti: una eroica, come Anita Garibaldi, l'altra, piuttosto controversa, come la contessa di Castiglione, al secolo Virginia Oldoini. La realtà, , è però assai più complessa: nel Risorgimento italiano vi sono infatti donne di vari i ceti sociali, iscritte alla Carboneria, mazziniane e liberali. Donne chine a ricamare bandiere tricolori, come la moglie di Andrea Sgarallino, sfidando la polizia granducale, ma pronte anche a salire sulle barricate come a Milano, Brescia e Livorno oppure a soccorrere i feriti di ambo le parti, come nella sanguinosa battaglia di Solferino che battezzò poi la nascita della Croce Rossa. Qualcuna non esitò a prendere le armi, come Rose Montmasson, moglie di Francesco Crispi, che fu l'unica donna a partecipare all'impresa dei Mille combattendo travestita da uomo. Ci sono state inoltre molte animatrici di salotti politici, intellettuali e scrittrici come la livornese Angelica Palli Bartolommei oppure come la milanese Cristina Trivulzio Belgiojoso, straordinaria figura di editrice e giornalista che é in prima fila durante la Cinque Giornate di Milano e nella difesa della Repubblica Romana. E ciò lo apprendiamo non certo dai testi scolastici circolati in questi anni, ma dai molti documenti che sono sbocciati come fiori al sole in questi ultimi tempi. Senza parlare di Internet e dei vari New Media che "sfornano" come pane croccante, giorno dopo giorno inediti atti, rimasti per troppi anni in oscure biblioteche.

Un po' di storia

Solo nel 1946 il suffragio viene esteso alle donne italiane, e per la prima volta sarà consentito loro di votare ed esprimere le proprie scelte. È un traguardo importante, conquistato con fatica e caparbietà in una battaglia dolorosa e sottovalutante durata decenni. Per secoli le donne sono escluse dalla politica perché ritenute naturalmente "inadatte" e subordinate all'operato maschile. Eppure, parlando di Risorgimento in occasione del centocinquantenario dell'Unità, non si può prescindere dal sottolineare che anche le donne ebbero un ruolo rilevante nel processo di costruzione dello Stato nazionale italiano. Nel primo Ottocento le donne furono presenti in una prodigiosa varietà di atteggiamenti e di scelte coraggiose e innovatrici, tanto da segnare una decisa maturazione culturale e spirituale, che attesta una partecipazione piena alla dimensione civile del vivere. Seppure non ebbero visibilità nel processo diretto e nella vita pubblica, furono un gruppo numeroso, di diverse estrazioni sociali, e si dimostrarono volitive, determinate, con idee e progetti da realizzare, impegnate direttamente nelle cospirazioni ma anche nelle lotte vere e proprie, anche se in genere con funzioni di organizzatrici o di infermiere, passate poi, dopo l'Unificazione, a ruoli di impegno sociale a beneficio delle donne e dell'infanzia, per il riscatto sociale delle classi disagiate, per l'organizzazione e la promozione dell'educazione. Tuttavia, ancora oggi, gli studi sul Risorgimento - certamente non numerosi - stentano a riconoscere l'importanza reale del loro operato. Ma basta pensare ai salotti intellettuali e all'opera concreta di diffusione delle idee risorgimentali, accoglienza degli esuli, infermieria, fondazione di scuole e istituti professionali, asili per gli orfani, studio di problemi sociali e del lavoro, a cui presero parte Cristina Trivulzio, Nina Schiaffino Giustiniani, Clara Maffei, Teresa Casati Confalonieri, Teresa Agazzini, Amalia Cobianchi, Camilla Fé, Maria Gambarana Frecavalli, Olimpia Rossi Savio, Bianca De Simoni Rebizzo, Clelia Piermarini, Bianca Milesi, Giuditta Sidoli, Enrichetta Di Lorenzo, Giulia Calame, Giulia di Barolo, Ernesta Bisi, Jessie White Mario, Margaret Fuller Ossoli, Costanza d'Azeglio, Anna Maria Mozzoni, Elena Casati Sacchi, Luisa Solera Mantegazza, Emilia Peruzzi, Antonietta De Pace, o al combattimento vero e proprio di Cristina Trivulzio, Tonina Masanello in Marinello, Colomba Antonietta Porzi, Giuditta Tavagni Arquati, Teresa Durazzo Doria, Anita Ribeiro Garibaldi, per capire che esse consegnano alla storia e al futuro dell'Italia un patrimonio di valori morali e civili che guiderà il faticoso percorso dell'Unità. Sono solo alcuni dei tanti nomi di donne italiane che collaborarono accanto agli uomini del Risorgimento, determinate a costruire un paese in cui riconoscersi e trovare espressione. Personalità diverse le une dalle altre, coraggiose al pari degli uomini, devote ai loro mariti e figli ma soprattutto all'ideale( Cfr. wuz).

Tra queste, meritano uno zoom speciale:

Cristina Trivulzio di Belgiojoso

Una delle figure di maggiore spicco, per l'ampia capacità del pensiero e l'influenza nella vita culturale e politica dei decenni coincidenti con le tappe dell'unificazione del Paese, fu sicuramente Cristina Trivulzio di Belgiojoso. Nata a Milano nel 1808 in una famiglia dell'alta aristocrazia, dimostrò fin dall'infanzia una pura passione politica. Ebbe una vita familiare travagliata e comportamenti per il tempo ritenuti spregiudicati e scandalosi: sposata, lasciò il marito ed ebbe una figlia da un nuovo compagno, fu in contatto con la Carboneria e in seguito fuggì in Francia, intrattenne relazioni prestigiose nel famoso salotto parigino, divenne giornalista. Tornata in Italia nel 1840 si stabilì a Trivulzio. Lì, colpita dalle condizioni di miseria dei contadini, si dedicò ai problemi sociali, con uno spirito da vera riformista, seguendo le teorie utopistiche di Saint-Simon e Fourier. Qui aprì asili e scuole per figli e figlie del popolo. Nel 1848-49 fu in prima linea partecipando ad alcuni episodi salienti: raggiunse Milano guidando la "Divisione Belgioioso", 200 volontari da lei reclutati e trasportati in piroscafo da Roma a Genova e da lì a Milano. A Roma nei mesi della Repubblica guidata da Mazzini, lavorò negli ospedali durante l'assedio della città, creando le "infermiere" laiche e chiamando a questo compito nobili, borghesi e prostitute. Alla caduta della Repubblica (luglio 1849), dopo essersi battuta per salvare feriti e prigionieri, fuggì a Malta, ad Atene e infine a Costantinopoli.

A un'attiva partecipazione si accompagnò sempre la passione per la scrittura, che si tradusse in una vasta produzione giornalistica e saggistica. Questa fu sicuramente l'attività che coltivò con maggiore interesse e convinzione, intervenendo nei momenti decisivi della storia nazionale. Della presente condizione delle donne e del loro avvenire, un saggio pubblicato nel 1866 in "Nuova Antologia", è un'analisi lucida e chiara del problema del diritto di voto femminile, negato dal codice Pisanelli, che esprime un parere ragionato e avanza proposte concrete, ma soprattutto lascia trasparire amarezza e delusione per gli esiti moderati del Risorgimento e l'esitazione nei confronti della questione dei diritti delle donne di una nuova classe politica conservatrice quanto la vecchia.

"Rimasta per tanti secoli senza cultura intellettuale, scevra di ogni responsabilità negli affari sì i pubblici come i famigliari, essa non ambiva una eguaglianza che le avrebbe imposto doveri faticosi e gravi. Questo stato di cose si mantiene tuttora; e quelle poche voci femminili che s'innalzano chiedendo dagli uomini il riconoscimento formale della loro eguaglianza hanno avversa la maggiore parte delle donne che degli uomini stessi.

[...] Gli uomini persuasero le donne che la loro ammirazione, il loro affetto era a prezzo della loro inferiorità intellettuale, e le donne hanno così creduto, e ve n'hanno di colte che nascondono la loro cultura pel timore di essere annoverate fra le donne superiori, le pedanti, ed altre simili abominazioni. Il maggior danno che risultò da tanto inganno, si è, a parer mio, il carattere fittizio, di cui le donne si sono rivestite per piacere agli uomini. Il naturale delle donne è intieramente frainteso e falsificato".(già, ma oggi è cambiato di molto questo comportamento???).

Anna Maria Mozzoni

mi è sempre piaciuta moltissimo per l'acutezza di individuare i problemi della "questione femminile" che al suo tempo cominciava ad uscire fuori dalle mura domestiche. Nata a Rescaldina nel 1837 fu una pioniera di spicco del femminismo italiano. La donna e i suoi rapporti sociali, pubblicato nel 1864, è un'appassionata invocazione all'ingresso delle donne nelle strutture sociali. Leggere oggi le sue parole stupisce per la modernità di un programma concreto e articolato di riforme. Sintetizzo le proposte principali: per lei la donna doveva uscire dalla minorità e chiedere un'istruzione adeguata; parificata agli altri cittadini, compreso il votare: In famiglia doveva godere di pari opportunità col coniuge nei vari percorsi della vita civile, altrimenti per la Nazione sarebbe stato molto, ma molto difficile riuscire a contenere lo scontento del "femminile". Bravissima, no?( Cfr.wuz) .

E per chi volesse approfondire questo tema, non ha che l'imbarazzo della scelta. Ne propongo alcuni:

• Donne del Risorgimento. Le eroine invisibili dell'unità d'Italia, di Bruna Bertolo, Ananke 2011.

• Il Risorgimento della carità. Vita e opere di uomini e donne di fede, a cura di Domenico Agasso, Renzo Agasso e Domenico Agasso jr., Effatà 2011.

• Figlie d'Italia. Poetesse patriote nel Risorgimento (1821-1861), di Teresa M. Mori, Carocci 2011

• Italiane, Castelvecchi 2010.

• La prima donna d'Italia. Cristina Trivulzio di Belgiojoso tra politica e giornalismo, a cura di Mariachiara Fugazza e Karoline Rörig, Franco Angeli 2010.

• Storia d'Italia. Annali. Vol. 22: Il Risorgimento, a cura di Paul Ginsborg e Alberto Mario Banti, Einaudi 2007.

• Scritti storici di donne italiane. Bibliografia 1800-1945, di M. Pia Casalena, Olschki 2003.

• Viva l'Italia. Viva la Repubblica. Uomini, donne, luoghi dal sogno risorgimentale a oggi, di Tarquinio Maiorino, Giuseppe Marchetti Tricamo e Andrea Zagam, Mondadori 2003.

• Dizionario biografico delle donne lombarde (568-1968), a cura di Rachele Farina, Baldini e Castoldi 1995.

Sul web

Trame femminili nel processo di indipendenza italiano, da Donne e conoscenza storica

Le donne e il Risorgimento, da Camicia Rossa

Il Risorgimento invisibile. Presenze femminili nell'Ottocento meridionale dal sito dell'Università Federico II di Napoli

La poesia al femminile nell'Italia del Risorgimento

Chi dice donna dice Risorgimento, di Gaetano Afeltra da Il Corriere della Sera del 30 giugno 2003

Il Risorgimento delle donne. Da icona del patriottismo a patriota filmato didattico prodotto dalla Provincia di Livorno

Il sito di Esperienza Italia

Il sito nazionale dell'anniversario dell'Unità italiana (Cfr. KIla)

Maria de Falco Marotta

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