ESCI DALLA TUA TERRA E VA'…
Immigrazione, tra navi cariche di clandestini respinte al mittente e dichiarazioni durissime dei nostri governanti che si arroccano dietro al fatto che i barconi sono predisposti dai malviventi, magari con qualche arresto ad effetto (tipo i due di Bari dell'organizzazione terroristica di Bin Laden), polemiche a non finire con il commissario ai diritti umani Hammarberg dell'UE, e alte autorità cattoliche che difendono i clandestini, ricordando che il nostro Paese è già multietnica e multiculturale.
Ma il Capo del governo e la lega non ne vogliono proprio sapere di accogliere a braccia aperte i tanti poveracci che vengono dal mare. Inoltre, a rendere più accesa la questione, vi sono due "pubblicità" (non certo progresso) apparse a Milano: la prima sponsorizza un prodotto contro le zanzare tigre. Slogan: "Insetti clandestini, Sandokan ferma l'invasione". Il secondo della Lega per le Europee ha riesumato i vecchi poster con l'indiano e il messaggio: "Loro non hanno potuto mettere regole all'immigrazione. Ora vivono nelle riserve. Pensaci". In Italia, piano piano l'attenzione verso i più deboli, gli indifesi, quelli che Fanon Frantz definì "i dannati della terra", quell'attenzione che era un tratto peculiare dell'essere italiani e che traeva origine dal concetto di ospitalità del mondo ellenistico poi implementato dalla tradizione giudaico-cristiana, piano piano quell'attenzione sta venendo meno, ci siamo inariditi, la nostra intransigenza verso i migranti, quella stessa che blocca in mezzo al mare barche zeppe di umanità, viene sostituita dalla durezza delle leggi. Il recente respingimento immediato in Libia dei clandestini, con donne e bambini, da parte delle motovedette italiane, mi fa dubitare ulteriormente sulla democrazia nel nostro Paese e più ancora sui "valori cristiani" ai quali molti politici si appellano. I respinti non hanno avuto alcuna possibilità di dimostrare il loro status di rifugiati e di chiedere la "protezione internazionale" che a molti di loro sicuramente spettava, perché provenienti da Paesi in guerra o con persecuzioni religiose e politiche in atto (Sudan, Somalia, Malawi, Afganistan). Le convenzioni umanitarie internazionali e la Carta dei diritti dell''uomo che i Paesi civili condividono, prevedono un'istruttoria per verificare la nazionalità e i motivi della fuga dal paese d''origine, per questo le Nazioni Unite hanno pesantemente criticato l'iniziativa del governo italiano. Chi ha attraversato il Sahara, rischiando la vita e spendendo tutti i risparmi della famiglia, deve avere sempre la possibilità di dimostrare il proprio "status" e di chiedere asilo a un paese che, come buona parte degli stati europei, ha sulla coscienza il colonialismo e lo sfruttamento economico dell''Africa.
Rimandare i clandestini in Libia, che non aderisce ad alcuna convenzione umanitaria, vuol dire rinchiuderli in campi profughi nel deserto, di fronte ai quali i nostri centri di accoglienza temporanea sono alberghi a 5 stelle. E che dire poi ai cristiani e agli ebrei che hanno tra i clandestini illustri padre Abramo, profugo dalla Caldea in Palestina, oppure Giuseppe, Maria e il bambino profughi in Egitto, e addirittura un popolo intero in esilio o in "cattività" per secoli. Tutto sommato né i Babilonesi né gli Egiziani li hanno respinti in mare, come fa la cattolicissima Malta, né li hanno rimandati alle guardie di Erode, cioè ai miliziani o ai Talebani pronti a decapitare i traditori, i dissidenti, gli infedeli come sta facendo l'Italia (figuriamoci, con Gheddafi!). Per me , la nostra gente è diventata troppo smemorata: ha dimenticato il passato dei nostri connazionali che emigravano in America, Australia, in Germania, dove avrebbero potuto trovare un lavoro per poter sfamare i figli rimasti a casa, ma non divertendosi mai, piangendo "lacrime amare". Mi è poi venuto in mente che nel libretto dei canti che si trova in ogni chiesa cattolica, vi è quel dolente canto di Abramo che dice: ESCI DALLA TUA TERRA e Va'(G. Cocquion)
Abramo, non partire, non andare, non lasciare la tua casa, cosa speri di trovare? La strada è sempre quella, ma la gente è differente, ti è nemica, dove speri di arrivare? Quello che lasci tu lo conosci, il Tuo Signore cosa ti dà? "Un popolo, la terra e la promessa". Parola di Jhwh. .. Partire non è tutto, certamente c'è chi parte e non dà niente, cerca solo libertà. Partire con la fede nel Signore con l'amore aperto a tutti può cambiare l'umanità. Quello che lasci tu lo conosci, quello che porti vale di più…Esci dalla tua terra e va dove ti mostrerò. Esci dalla tua terra e va, sempre con te starò (Dai Canti della Parrocchia B. V. M. Madre della Divina Provvidenza - Gruppo Giovanissimi).
E, visto che il Papa, si trova pellegrino nella Terra Santa, visitando i luoghi sacri sia agli ebrei che ai musulmani, perché vogliamo soffocare quell'empito umano e cristiano che da sempre ci ha distinto? Chissà che non sia giunto il momento di vedere dialogare ed aiutarsi le tre religioni abramitiche nel nome del comune progenitore Abramo.
Chi era Abramo? Se veramente egli è esistito, viene identificato come il capostipite del "popolo eletto" e (il probabile) autore del Sepher Jetzirah il Libro della Creazione, un trattato di cosmogonia e cosmologia singolare.
Egli, nativo di Orhay, Edessa, città fondata da Nimrud e legata al culto stellare di Orione, con la sua gente e le sue greggi, lasciò la sua terra di origine con l'avanzare di tribù di asiatici al seguito di condottieri chiamati Heqau Khasut (principi dei paesi stranieri) meglio conosciuti come gli Hyksos.
A quel tempo, probabile periodo di siccità o di desertificazione, erano molti gli "asiatici" che si stabilivano nella fertile terra dell'Egitto sulle coste mediterranee. La penetrazione degli asiatici fu lenta, non cruenta, ma giunsero a dominare l'Egitto.
Infatti, essi conquistarono l'Egitto dei Faraoni, i loro sovrani non furono dei barbari senza cultura, in quanto sono stati grandi costruttori di templi, favorirono la diffusione della letteratura egizia ed introdussero l'industria del bronzo, dei carri da guerra e diffusero l'uso delle spade di bronzo. Tebe rimase l'ultimo baluardo della Tradizione e dei Misteri di Osiride.
Abramo sposò la sorellastra Sarai, la quale gli genererà un figlio in tarda età. Egli è il Capo di un Clan aramaico ed anche il Sacerdote di Yhwh, aveva avuto un figlio, Ismaele, da Agar, la quale, dicono, era l'ancella di Sarai la Sacerdotessa della Dea-Luna. Egli, aveva stabilito un "patto", che, in seguito, verrà sancito con la sua circoncisione (all'età di novanta anni) e di tutti i maschi della Tribù, con Yhwh un Dio alquanto bellicoso, irascibile, vendicativo, il cui nome completo è Yahweh asher yihweh, che si andava impossessando di molti titoli ed elementi cultuali propri della Triplice Dea, alla quale, fra l'altro, stava sottraendo diversi Santuari oracolari operanti da epoche remote, all'ombra dell'acacia, o del tamerice, o della palma.
Quel che accade è che Yhwh, uno dei suoi appellativi era Iahu "divina colomba", l'equivalente shumero di Eurinome "vagante per ampi spazi", la Grande Madre dei pelasgi, volendo consolidare il patto con Abramo, trasformandolo in "Alleanza", gli cambia il nome in Abraham, e, non solo, gli annuncia che Sarai, che da quel momento si sarebbe chiamata Sarahe,gli avrebbe generato un figlio.
Niente di anormale se non fosse che il cambiare nome, a quel tempo e fra quelle tribù, era sinonimo di espulsione dal proprio clan per omicidio, oppure dell'assunzione a un importante ufficio, oppure l'andare a far parte di un clan diverso da quello di nascita.
Abramo, Abram o Abraham, sono delle varianti del "titolo reale" Abamrama o Abiramu "il Dio Ram è mio padre"… pertanto, è possibile che Abramo non sia mai esistito oppure, se veramente è esistito un tale uomo: non conosciamo il suo nome proprio. Anche per Sarai o meglio Sharayat, che è derivato dal nome della Dea Sharit, mutato da Yahweh in Sarah, vorrebbe significare "regina o principessa", l'interrogativo permane. Al di la del racconto preparato per darsi un'origine D.O.C. quello che stava avvenendo era il consolidamento dell'unione di un Clan patriarcale con quello di un Clan soggetto al diritto matrilineare; il primo: avente come Capo un Sacerdote, il secondo, soggetto ad una principessa-ipostasi della Triplice Dea. Quel che Abramo s'era promesso di ricercare in Egitto fu l'eredità dell'intraprendente Giacobbe, secondogenito di Isacco (Cfr. www.fbuam.com/du23.htm - 41k).
In ogni caso, la storia di Abramo si trova nella Bibbia e così viene citato:
Abramo (in ebraico: אַבְרָהָם, Avraham, "Padre di molti/dei popoli"; arabo: ابراهيم, Ibrāhīm) Template:Ge'ez è il primo patriarca dell'Ebraismo, del Cristianesimo e dell'Islam. La sua storia è narrata nel Libro della Genesi ed è ripresa nel Corano. Secondo Gen17,5 il suo nome originale era אַבְרָם (Avram), poi cambiato da Dio in Avraham, אברהם. L'Islam lo considera antenato del popolo arabo, attraverso Ismaele. L'Ebraismo, il Cristianesimo e l'Islam vengono anche dette religioni abramitiche riferendosi alla loro presunta discendenza comune da Abramo.
In realtà di Abramo, non esistono testimonianze della sua esistenza indipendenti dalla Genesi, quindi non è possibile sapere se fu una reale figura storica. Se lo fu, visse tra il ventesimo ed il XIX secolo a.C.
Oggi, non in nome di Abramo, i Poveri" della terra lasciano le loro case, la loro terra, ma in nome di una migliore vita e di una maggiore libertà.
Quelle che- purtroppo- le nostre televisioni reclamizzano a tutto spiano, e che loro - ingenuamente credono sia la "verità". Invece essi amaramente si rivelano solo "specchietti per le allodole" o anche lustrini abbaglianti che tanto piacciono ai nostri governanti. In modo particolare al dott. Berlusconi.
Maria de Falco Marotta