"LA SPOSA PROMESSA", OGGI SECONDO LE REGOLE FERREE DELL' EBRAISMO ORTODOSSO

Non un articolo ma un vero e proprio saggio partendo dalla recensione di un film

Mentre in Israele e Palestina imperversa l'ennesima battaglia tra ebrei e arabi- ma pare che i buoni uffici internazionali stiano conducendo ad una tregua - con tanti esseri umani morti per un odio antico, atavico che non tende a spegnersi, in Italia è uscito un bellissimo film ambientato nella comunità ortodossa di Tel Aviv, La sposa promessa, diretto e scritto da una regista, Rama Burshtein, che al chassidismo ha aderito da adulta per scelta e non per nascita ed è stata capace di girare con uno sguardo distaccato una storia che nell'intreccio semplice ricorda le trame matrimoniali di tanti romanzi di Jane Austen.

La trama.

Durante la festa del Purim la giovane Shira (Hadas Yaron, vincitrice della Coppa Volpi a Venezia '69 per la sua interpretazione e candidato israeliano agli Oscar 2013 come miglior film straniero) è felice ed eccitata per aver trovato uno sposo promesso. Il sogno del matrimonio e di una vita indipendente da donna, finalmente davvero adulta, si sta per avverare. Ma la gioia che fatica a contenere ha brevissima durata. Sua sorella maggiore muore di parto e lascia il marito Yochay solo con il primogenito appena nato. Al vedovo dopo poche settimane viene quindi proposto di sposare una donna che vive in Belgio e pertanto di trasferirsi in Europa con il neonato. La sola prospettiva di perdere oltre a una figlia il nipote fa star male la madre di Shira, che, tra un pianto e l'altro, concepisce un piano: fare sposare la figlia minore con il vedovo di sua sorella. Non può, tuttavia, imporlo né a Shira né a Yochai, perché all'interno della comunità anche se la gran parte dei matrimoni sono combinati tra i genitori, la tradizione impone che l'ultima parola spetti ai diretti interessati. La soluzione sembra perfetta anche a Yochay: Shira è graziosa, dolce e sa tenere con naturalezza il piccolo orfanello Mordechay. Ma i dubbi si affastellano nella mente della ragazzina: è la cosa giusta da fare? Una cugina più vecchia di lei, Frieda (Hila Feldman), da tempo attende di potersi sposare, potrebbe essere lei la donna giusta per Yochay...In una realtà chiusa, con appartamenti angusti e iperaffollati, dove uomini e donne ebrei ortodossi comunicano e si dividono lo spazio obbedendo a regole precise e insindacabili, il film di Rama Burshtein (newyorchese classe 1967, al suo primo lungometraggio, in passato ha realizzato film ortodossi "per sole donne") ci porta nel cuore di un mondo per noi occidentali semi-sconosciuto e diverso. La sensazione, per noi spettatori comuni, è sì quella del soffocamento, ma anche quella del riconoscere un mondo in cui il peso dato alle parole è assoluto. Un mondo, dunque, molto diverso dal nostro in cui tutto viene detto in modo superficiale e non pensato. Difatti, la regista appartiene alla comunità ortodossa ebraica e, con questo film, ha ammesso di voler dare voce a un tipo di persone che sembrano "mute" al mondo moderno. La giovane Shira, così come tutte le altre donne di questa comunità, vede il matrimonio prima, e la fertilità poi, come la vetta esistenziale della propria vita. Nulla sembra esserci di più importante nel paesaggio di ambizioni e utopie che potrebbe farla sentire viva: Shira suona uno strumento, una fisarmonica, ma solo perché è lo strumento che ha trovato in casa, e non ha un pensiero troppo preciso sul proprio rapporto con la musica. Tutto sembra avere un unico fine: compiacere Dio, la comunità, e le sue regole.

Non tratta quindi di politica il film di Rama Burshtein, ma in un certo senso con la politica ha comunque a che fare, perché ci concede di conoscere il mondo degli ebrei ultraortodossi (che condizionano, eccome, la politica interna ed estera di Israele) come mai è accaduto fino a oggi e ci consente di osservare quel mondo da una posizione tanto ravvicinata e privilegiata, da cancellare qualsiasi opinione ci siamo formati prima d'ora in proposito. Per la semplicità e la verità con cui Rama ha girato questo film, quasi tutti alla proiezione della stampa, lo davano vincente del Leone d'oro. Ma si sa i giochi alchemici e politici cui è sottoposta la Giuria internazionale, sono tali e tanti da far tremare. La Coppa Volpi ad Hadas Yaron, era il minimo consentito, per non indurre la folla a protestare e ad insultare giustamente gli "esperti"!

Scheda tecnica

La Sposa Promessa

(Lemale Et Ha'chalal)

USCITA CINEMA: 15/11/2012

GENERE: Drammatico

REGIA: Rama Burshtein

ATTORI: Hadas Yaron, Yiftach Klein, Irit Sheleg, Chaim Sharir

PRODUZIONE: Norma productions

DISTRIBUZIONE: Lucky Red

PAESE: Israele 2012

DURATA: 90 Min

FORMATO: Colore

NOTE: Presentato in concorso al Festival di Venezia 2012. Coppa Volpi per la miglior attrice alla protagonista del film Hadas Yaron.

Hadas Yaron, Coppa Volpi femminile alla 69.ma Mostra di Venezia

L'israeliana Hadas Yaron, 22 anni, interpreta Shira con toccante intensità oltre alla Coppa Volpi ha vinto anche l'Academy Award di Israele»

Domande e risposte.

Prima del film conosceva le regole della comunità chassidica?

«Sapevo solo che, pur rispettando gli stessi digiuni, per noi la cena del sabato è soltanto una cena, mentre per gli ortodossi il cibo è accompagnato da una serie di preghiere e di lunghi riti. È stata Rama a farmi conoscere molte regole della comunità, è di segno patriarcale, le donne hanno l'obbligo del matrimonio e della maternità. Rama è molto religiosa».

Lei laica come si è calata nei panni di Shira ortodossa: è stato difficile identificarsi?

«Difficile solo all'inizio, poi è stato come conoscere una persona diversa da me, in un mondo altro. Ho cercato di capire i suoi pensieri, i comportamenti, le scelte. Non so cosa avrei fatto io al suo posto, non so neanche se potrei vivere secondo le regole ortodosse, ma nella vita può succedere di tutto».

È molto diffusa la religione ortodossa in Israele?

«Non so quante siano, ma so che in tutte le città ci sono comunità chiuse e, poiché sono proibiti i contraccettivi, hanno molti più bambini degli ebrei laici, il loro numero è sempre crescente e acquistano sempre più peso. È vero che gli ortodossi sono molto influenti nelle scelte politiche di Israele».

"La sposa promessa" è il suo primo film?

«No, avevo fatto un film a 16 anni, poi ho frequentato la scuola d'arte a Tel Aviv, dove il film è girato. Tel Aviv è una città aperta al dialogo tra mondo religioso e mondo laico ma Rama ha evitato volutamente questo aspetto: voleva raccontare la vita interna della comunità, lasciando fuori i problemi e il mondo esterno».

Com'è la sua vita a Tel Aviv?

«Mi piace molto, è una città moderna, vitale, piena di energia. Penso che ci siano ancora molti pregiudizi sulla nostra vita. Una volta è venuta una mia amica dall'Australia ed era stupita, credeva vivessimo in mezzo al deserto e ci spostassimo sul cammello. So che sono in molti a credere che le nostre esistenze siano segnate dall'ansia e dalla paura. Ci sono stati momenti difficili con le bombe esplose a Tel Aviv, ma noi continuiamo a vivere la nostra vita normale. Israele fa paura a molti, ma è un errore».

Quando ha deciso di fare l'attrice?

«Fin da bambina: recitare mi sembrava una cosa naturale, non mi sono mai chiesta perché. Solo crescendo ho capito che è un lavoro bellissimo, che ti aiuta a conoscere tante cose della vita, degli altri, di te stessa. Sono stata fortunata, i miei genitori non mi hanno mai ostacolato, mi sono sempre stati vicini».

Come vede il suo futuro?

«Non vedo l'ora di tornare su un set, ho diverse offerte in Israele, devo ancora decidere ma mi piacerebbe lavorare altrove, sono appassionata del cinema europeo, uno dei miei registi preferiti è Marco Bellocchio. Un sogno ce l'ho: la tap dance. L'ho studiata insieme alla recitazione e mi piacerebbe ballare in un musical. Forse perché il primo film che mi ha colpito da bambina è stato "Cantando sotto la pioggia"

Cose particolari

La guerra tra Israele ed Hamas si sta svolgendo anche su Twitter!

Non era ancora successo che uno Stato facesse la copertura live di una propria azione militare. "Ahmed Jabari: Eliminated.", è questo il tweet con cui giorni fa l'IDF (le forze di difesa di Israele) hanno dato notizia dell'uccisione del capo militare di Hamas. Meglio di qualsiasi giornalista embedded, ora è direttamente l'esercito a dare notizia delle azioni militari. Qualche minuto dopo il primo cinguettio, ne seguiva un altro, sempre dall'account dell'IDF (@IDFSpokeperson) - in case you missed it, "casomai ve lo foste perso", perché un po' di tono televisivo non guasta - in cui era linkato il video YouTube dell'esecuzione. L'operazione letale, insomma, è diventata trasparente. Niente da nascondere: la morte è un dato di fatto che non ha bisogno di una mediazione giornalistica, è una verità tra le tante che quotidianamente emergono per poi inabissarsi nuovamente nel flusso di Twitter. Raccontata così freddamente, l'esecuzione di Ahmed Jabari è una missione compiuta, un ottimo esercizio da videogioco.

Hamas ha risposto. Non solo con i razzi contro gli israeliani, ma anche su Twitter. Il profilo delle Brigate al-Qassam (@AlqassamBrigade), menzionando le forze di Difesa israeliane, twitta "Le nostre mani benedette raggiungeranno i vostri leader e i vostri soldati ovunque essi si trovino (avete aperto i cancelli dell'Inferno). Intanto, la tensione sale, e il numero delle vittime si alza. Stamattina gli israeliani hanno spiegato su Twitter quali strategie impiegano per ridurre le vittime tra i civili palestinesi; Al Qassam risponde con le foto di morti e feriti, tra cui alcuni bambini. Il conflitto (la guerra) va avanti, anche sul web.

LA SPOSA PROMESSA: ISPIRATO DA UNA STORIA VERA

La sposa promessa rappresenta l'esordio nel lungometraggio di Rama Burshtein, nata a New York ma trasferitasi a Gerusalemme per completare gli studi e dedicarsi all'uso del cinema per promuovere l'autonomia espressiva della comunità ortodossa. Incentrando il suo lavoro sul rapporto tra uomini e donne, la Burshtein ambienta La sposa promessa nel mondo chassidico, in cui capita che talvolta i genitori suggeriscano ai figli chi sposare. La storia trae ispirazione da una circostanza occorsa alla stessa regista, che a un matrimonio ha incontrato una ragazza che si apprestava a sposare il marito della sorella morta.

ASSENZA DEL DIALOGO RELIGIOSO

Dando voce nell'ambito del dialogo culturale alla comunità ebrea ultra-ortodossa, La sposa promessa non ha nulla a che vedere con il problema del dialogo tra il mondo religioso e quello laico. Per far notare l'assenza della questione, Rama Burshtein ha girato a Tel Aviv, senza mostrar troppo la città e i suoi aspetti secolari e scegliendo posti poco conosciuti.

Poiché Fill the Void è un piccolo film che si svolge soprattutto all'interno di una casa, Rama Burshtein ha lavorato con pochi mezzi a disposizione, concentrandosi soprattutto sui personaggi, sui dialoghi, sui colori e sulle inquadrature. Ai toni morbidi dell'illuminazione e delle inquadrature, frutto del lavoro del direttore della fotografia Asaf Sudry, fanno eco i costumi colorati e pittoreschi che rielaborano gli abiti tipici del mondo chassidico.

risonanze DI JANE AUSTEN

La sposa promessa ha molti elementi in comune con i romanzi di Jane Austen. Il parallellismo è evidente nella scelta di Rama Burshstein di far svolgere la storia in un mondo chiuso, regolato da norme chiare e rigide, da cui i personaggi non vogliono scappare. In una Tel Aviv quasi tagliata fuori dal mondo moderno, le complicazioni e le risoluzioni della trama strizzano l'occhio al modo in cui la scrittrice tesseva le proprie storie( Cfr.: www.disinformazione.it

di Marcello Pamio ''' 8 novembre 2012).

Parole per capire

'Ebraismo Ortodosso segue le leggi della Torah scritta e di quella orale ricevute, secondo la tradizione ebraica, da Mosè direttamente da Dio sul monte Sinai nell'anno 2448 del calendario ebraico.

Il termine è stato coniato in seguito alle nuove forme di ebraismo venutesi a creare dall'inizio del XIX secolo. Oggigiorno il termine "Ortodosso" si riferisce alle legge, alla tradizione e alla religione ebraica rimaste immutate nei secoli. È un approccio al Giudaismo che aderisce alle interpretazioni ed applicazioni tradizionali delle leggi della Torah come statuite dal Talmud secondo il Sinedrio ("Torah orale") e successivamente sviluppate e seguite dalle autorità note come Gaonim, Rishonim e Acharonim). Gli ebrei ortodossi sono chiamati anche "ebrei osservanti"; l'ortodossia è nota inoltre come "Ebraismo della Torah" o "Ebraismo tradizionale". L'ebraismo ortodosso si riferisce usualmente all'Ebraismo Ortodosso Moderno e all'ebraismo Haredi o chassidico ma di fatto include una vasta gamma di credenze.

Nel mondo

Le comunità ortodosse sono la maggioranza in Europa e in Israele mentre rappresentano invece una minoranza della realtà ebraica statunitense. Tra gli Ebrei che usualmente frequentano le sinagoghe circa il 13% degli ebrei americani e 25% di quelli israeliani sono ortodossi. Dei membri di sinagoghe americane il 27% frequenta sinagoghe ortodosse.

In Italia

In Italia l'Unione delle comunità ebraiche raccoglie solo comunità ebraiche ortodosse. Nel paese sono comunque presenti anche comunità dell'ebraismo riformato.

Differenze interne ma principi in comune

La fede centrale dell'ebraismo ortodosso è che la Torah, composta da Legge Orale e Tanakh, sia data sui Nomi di Dio nella Bibbia direttamente a Mosè ed è valida sempre ed ovunque. L'ebraismo Haredi afferma che non può assolutamente esser più cambiata, in nessun modo. In base a questo tutti gli ebrei devono vivere secondo i Comandamenti e la Legge ebraica. Poiché non esiste un'unica "istituzione" ortodossa, non esiste uno specifico ordine canonico di principi di fede. Piuttosto ciascun gruppo ortodosso ritiene di essere un erede non-esclusivo della tradizione ricevuta dalla teologia ebraica mentre contemporaneamente accetta alla lettera i 13 principi della fede di Maimonide. Che sono:

Credo con fede assoluta che il Creatore, sia benedetto il Suo Nome, è il Creatore e la Guida di tutti gli esseri creati, e che Egli solo ha creato, crea e creerà tutte le cose.

Credo con fede assoluta che il Creatore, sia benedetto il Suo Nome, è Uno; che non vi è unicità in alcun modo come la Sua, e che Egli solo è nostro Dio, lo è stato, lo è e lo sarà sempre.

Credo con fede assoluta che il Creatore, sia benedetto il Suo Nome, è incorporeo; che non possiede alcuna proprietà materiale; che non esiste assolutamente alcuna somiglianza (fisica) a Lui.

Credo con fede assoluta che il Creatore, sia benedetto il Suo Nome, è il Primo e l'Ultimo..

Credo con fede assoluta che il Creatore, sia benedetto il Suo Nome, è il solo a cui è giusto pregare, e che non è giusto pregare ad altri che a Lui.

Credo con fede assoluta che tutte le parole dei Profeti siano vere.

Credo con fede assoluta che la Profezia di Mosè nostra Guida, la pace sia con lui, è vera; e che egli è stato il capo dei Profeti, sia di quelli che l'hanno preceduto, sia di quelli che l'hanno seguito.

Credo con fede assoluta che tutta la Torah che ora possediamo, è la stessa che fu data a Mosè nostra Guida, la pace sia con lui.

Credo con fede assoluta che questa Torah non sarà mai sostituita, e che non vi sarà alcuna altra Torah data dal Creatore, benedetto sia il Suo Nome

Credo con fede assoluta che il Creatore, sia benedetto il Suo Nome, conosca tutte le azioni e tutti i pensieri degli esseri umani, come è scritto:"Egli è colui che, solo, ha formato il cuore di loro tutti, che comprende tutte le opere loro." (Salmi 33: 15).

Credo con fede assoluta che il Creatore, sia benedetto il Suo Nome, ricompensa coloro che osservano i Suoi Comandamenti e punisce quelli che il trasgrediscono.

Credo con fede assoluta nella venuta del Messia e, anche se dovesse tardare, pur tuttavia attendo ogni giorno la sua venuta.

Credo con fede assoluta nella risurrezione dei morti all'ora che sarà volontà del Creatore, benedetto sia il Suo Nome e glorificata sia la Sua rimembranza nei secoli dei secoli.

L'ebraismo ortodosso afferma il monoteismo, la fede in un solo Dio. Tra le spiegazioni approfondite di tale fede si annovera il razionalismo maimonideo, il misticismo cabalista e la filosofia chassidica (Chassidut. L'ebraismo ortodosso crede nell'identità storica degli ebrei. L'ebreo è colui che è nato da madre ebrea o che si converte all'Ebraismo secondo la Legge e le tradizioni ebraiche. L'ortodossia rifiuta quindi la discendenza patrilinea quale mezzo per stabilire l'identità nazionale ebraica. Nello stesso modo l'ortodossia condanna fortemente il matrimonio misto: l'esogamia è vista come un rigetto deliberato dell'ebraismo e la persona esogama viene effettivamente tagliata fuori dalla maggioranza delle comunità ebraiche. Alcune organizzazioni ebraiche però forniscono assistenza alle coppie miste.

L'ebraismo ortodosso ritiene che le parole della Torah, comprese sia quelle della Legge Scritta (Pentateuco) sia quelle parti della Legge Orale che sono halacha leMoshe m'Sinai, sono state dettate da Dio a Mosè e rimangono inalterate fino ad oggi. Le leggi contenute nella Torah Scritta furono ricevute insieme a dettagliate spiegazioni su come applicarle e interpretarle con la Legge Orale. Sebbene gli ebrei ortodossi credano che molti elementi della legge religiosa attuale furono decretati o aggiunti dai rabbini come "recinti" intorno alla legge, tutti gli ebrei ortodossi credono ci sia uno strato basilare di Legge Sinaitica e che questo strato centrale delle leggi religiose che conoscono oggi gli ebrei sia quindi direttamente derivato dal Sinai e riflette fedelmente il Volere Divino. A causa di ciò gli ebrei ortodossi asseriscono che si debba stare estremamente attenti nel cambiare o adattare la Legge ebraica. L'ebraismo ortodosso ritiene che, data l'origine divina della Legge ebraica, non si debba compromettere alcun principio di base a causa di mutevoli condizioni politiche, sociali o economiche; in tale senso la "creatività" e lo sviluppo delle Legge ebraica sono fondamentalmente limitati.

L'ebraismo ortodosso afferma che la Legge Scritta fu trasmessa sul Monte Sinai insieme alla Legge Orale. Le parole della Torah (Pentateuco) sono state dette a Mosè da Dio; le leggi contenute nella Torah scritta, le 613 Mitzvot, sono state date insieme a dettagliate spiegazioni nella tradizione orale su come osservarle e interpretarle. Inoltre la Legge Orale comprende quei principi destinati a creare nuove regole. Si ritiene che la Legge Orale sia stata trasmessa con un elevato grado di esattezza. Secondo l'ebraismo ortodosso la legge ebraica si basa attualmente sui comandamenti della Torah come interpretati dalle discussioni e dibattiti contenuti nella letteratura rabbinica classica, specialmente nella Mishnah e nel Talmud.

Invece l'ebraismo o giudaismo (dal nome della tribù israelita di Giuda), si presenta volentieri, come uno stile di vita, che traduce una teologia in un modo di vivere, rispettoso di una Legge. Il credo religioso si concretizza nella ferma professione monoteista dell'esistenza di un Dio unico, trascendente e provvidente, il quale, per mezzo di Mosè, ha concluso un'alleanza con il popolo di Israele, assicurandogli la sua protezione in cambio del rispetto della Legge; alla fine dei tempi, Dio invierà il Messia annunciato dai profeti per stabilire il regno d'Israele. Il nome di Dio che si rivela è considerato impronunciabile ed è sostituito dal cosiddetto tetragramma (Shem ha-meforash, "Nome distinto"), YHWH, sovente a sua volta sostituito da altri appellativi, fra cui Adonai ("il Signore").

L'ebraismo crede nella sopravvivenza dell'anima e la resurrezione dei morti, e insegna che le leggi morali sono indissociabili da quelle rituali, e che i pensieri si devono tradurre in azione. Gli ebrei devono osservare le mitzvot ("norme", "precetti", "comandamenti"), di derivazione biblica, in ogni circostanza della vita. Il fondamento della fede ebraica si trova nei ventiquattro libri che costituiscono la Bibbia, corrispondente in questo caso all'Antico Testamento - tranne i libri deuterocanonici - della Bibbia cristiana. I testi che la compongono sono divisi in tre gruppi: Torah (Pentateuco), Nevi'im (Profeti anteriori e posteriori), Khetuvim (agiografi o Scritti). Le prescrizioni della Torah, in senso stretto il Pentateuco, ma in un senso più ampio l'intero canone biblico, sono state nel corso del tempo codificate e discusse minuziosamente nel Talmud (dalla radice lamad, "studiare") - raccolta della Mishnàh ("ripetizione-insegnamento"), interpretazioni di carattere giuridico e normativo della Torah, e dei suoi commenti (Ghemara, "completamento") -, di cui esiste una versione palestinese risalente al V secolo e un'altra babilonese, del VI secolo, normativa, assai più diffusa e composta da trentasei trattati. Tali prescrizioni, come pure la letteratura ebraica successiva, hanno contribuito a preservare l'identità ebraica della diaspora.

Le leggi rituali sono altrettanto vincolanti delle leggi morali. Fra le più importanti, oltre alla circoncisione per i maschi, vi sono quelle alimentari (che impediscono di cibarsi di certi animali, richiedono regole particolari per la preparazione della carne, vietano di mescolare latte e carne) e la raccomandazione di compiere tre preghiere quotidiane. La prima, al mattino, si recita entro le prime tre ore della giornata, usando uno scialle con le frange chiamato talled o tallit ("mantello per la preghiera") e i tefillin ("filatteri"), scatolette di cuoio contenenti brani della Torah, che sono legati alla fronte e al braccio sinistro all'altezza del cuore come segno dell'alleanza con Dio. Vi è poi una preghiera del pomeriggio e una della sera, recitata dopo il tramonto. Di fronte a Dio, l'uomo dovrebbe avere costantemente la testa coperta dalla Kippàh o da un cappello, e questa prescrizione è seguita rigorosamente nell'ebraismo ortodosso.

Molto importante è anche l'osservanza del riposo dello Shabbat (dal venerdì sera al sabato sera), il giorno del Signore, in cui si deve evitare il lavoro manuale e dedicarsi alla preghiera e allo studio. Gli ebrei ortodossi durante lo Shabbat non scrivono, non telefonano e non usano mezzi di trasporto. Il culto sinagogale - che replica la liturgia ebraica, gravitante attorno ai sacrifici offerti dai sacerdoti all'epoca del Tempio, dopo la distruzione di quest'ultimo (la classe sacerdotale essendo stata sostituita dagli specialisti della Legge, i rabbini) - comprende alcune preghiere bibliche (fra cui lo Shemà, professione di fede monoteista basata su estratti biblici) e, durante lo Shabbat e i giorni di festa, altre letture bibliche e inni liturgici (piyyutîm). Il calendario ebraico prevede anche tutta una serie di feste proprie, che ricordano l'epopea del popolo di Israele. Tra le feste più importanti vi sono il Kippur (giorno di digiuno che ha lo scopo di ottenere il perdono di Dio per gli errori commessi), che segue di dieci giorni il Capodanno ebraico (Rosh hashanàh) ed è consacrato al digiuno e al perdono dei torti subiti, la festa delle Capanne (Sukkot), la Pasqua (Pesach) e la Pentecoste (Shavuot).

L'osservanza rituale - costitutiva per l'ebraismo - è, di fatto, sociologicamente presente in modo molto diversificato all'interno della comunità ebraica italiana. Anche i non osservanti spesso si ritengono parte della comunità e mantengono un qualche contatto con i luoghi di culto (sinagoghe) e con i rabbini, la cui funzione è insegnare, celebrare matrimoni e funerali, iniziare alle pratiche religiose e consigliare chi si trova in difficoltà. La discriminazione e le leggi razziali durante gli anni del fascismo e la Seconda guerra mondiale hanno distrutto parecchie comunità ebraiche storiche in Italia, e hanno indotto molti ebrei italiani all'emigrazione. Gli ebrei nel mondo sono circa tredici milioni, il 40,9% dei quali vive negli Stati Uniti e il 39,3% in Israele.

L'ente rappresentativo dell'ebraismo italiano è l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, alla quale, fra l'altro, è affidato il compito di coordinare e integrare l'attività di ventuno comunità. Di queste, la più rilevante dal punto di vista statistico è quella di Roma - con circa quindicimila iscritti -, che è peraltro antecedente alla nascita del cristianesimo nonché la più antica in Occidente. Seguono, per consistenza di numero dei fedeli, le comunità di Milano (circa settemila iscritti), Firenze, Livorno, Torino, Trieste, Venezia, Genova, con un numero di iscritti fra i cinquecento e le poche migliaia. Altre comunità italiane, pur se di dimensioni ridotte, hanno grande rilievo dal punto di vista storico e culturale: fra di esse Ancona, Casale Monferrato, Ferrara e Mantova.

Complessivamente, la popolazione ebraica in Italia si aggira attorno alle 35.000 unità, tenendo conto dell'aumento nel secolo XXI causato dall'immigrazione. Sotto il profilo religioso, nell'ebraismo italiano coesistono, accanto all'antica tradizione autoctona ("rito italiano", considerato il più vicino a quello praticato in terra d'Israele prima della diaspora e tuttora in uso in diverse comunità italiane, fra le quali Roma, Milano, Torino, Ferrara), quella sefardita e ashkenazita, frutto delle varie correnti migratorie via via stabilitesi in Italia. Le comunità ebraiche italiane, pur definendosi ortodosse - all'interno della tripartizione di origine statunitense, che distingue fra ebraismo ortodosso, conservative e riformato -, lo sono in realtà dal punto di vista delle opinioni dei membri solo in minima parte, pur delineandosi un generale ritorno verso il recupero della piena ortodossia religiosa.

Nell'ordinamento italiano, tanto l'UCEI quanto le singole comunità sono dotate di soggettività giuridica in qualità di enti di culto sin dal 1930. La legge 101 dell'8 marzo 1989, in cui è recepita l'Intesa del 27 febbraio 1987, stipulata fra l'UCEI e lo Stato italiano, ha subito una modifica il 20 dicembre 1996 (legge 638). La normativa che, pertanto, oggi regolamenta i rapporti fra lo Stato e l'UCEI si articola attorno a un nucleo fondamentale di materie: assistenza spirituale assicurata negli istituti ospedalieri, nelle case di cura o di riposo e negli istituti penitenziari; istruzione religiosa; riconoscimento civile del matrimonio religioso; riconoscimento degli enti; partecipazione alla ripartizione della quota dell'otto per mille del gettito IRPEF. A questo nucleo "forte" si aggiungono, nella legge 101/1989, norme specialissime attinenti all'identità propria dell'ebraismo: il diritto al riposo sabbatico, il riconoscimento delle festività religiose ebraiche - con l'obbligo per le autorità competenti di tenerne conto nel fissare i diari per le prove di esame e di concorso -, la facoltà del giuramento a capo coperto e la macellazione rituale, la concessione di reparti speciali nei cimiteri per la sepoltura perpetua dei defunti. Nell'ordinamento italiano risultano dotati di personalità quali enti di culto non solo l'UCEI e le ventuno comunità collegate, ma anche i seguenti enti: Asili infantili israelitici, Ospedale israelitico, Casa di riposo per israeliti poveri e invalidi, Orfanotrofio israelitico italiano G. e V. Pitigliani, Deputazione ebraica di assistenza e servizio sociale, Ospizio israelitico e Ospedale Settimio Saadun, Società israelitica di misericordia(Cfr:: Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI), Lungotevere Sanzio, 9, 00153 Roma, , tel: 06-03667 begin_of_the_skype_highlighting ; 06-5803667 ; end_of_the_skype_highlighting

Fax: 06-5899569

E-mail: info@ucei.it

URL: www.ucei.it ).

Ma dietro alle terribili guerre in Medio Oriente, in Oriente e altrove cosa c'è che muove il MALE?

Naturalmente, la gente comune non vuole la guerra;ne' in Russia, ne' in Inghilterra, ne' in America, ne' in Germania. Questo e' chiaro. Alla fine, però e' il leader di un Paese a determinare la politica ed e' sempre abbastanza semplice costringere la gente a seguirlo, che ci sia una democrazia, una dittatura fascista, un Parlamento o una dittatura comunista. Che abbiano voce o meno, le persone possono sempre essere portate a seguire i propri leader.

E' semplice. Tutto quello che bisogna fare e' dire loro che sono sotto attacco e denunciare i pacifisti per la mancanza di patriottismo, per esporre la nazione al pericolo. Funziona allo stesso modo in ogni Paese.

Hermann Wilhelm Guering, Presidente del Reichstag tedesco

Nel gennaio 2011 nell'Africa settentrionale e nel Medio Oriente hanno cominciato a diffondersi a tappeto delle ribellioni 'spontanee' e 'locali' che sarebbero poi esplose nella cosiddetta Primavera Araba. Questo e' quello che ci hanno fatto credere.

Ci sono voluti diversi mesi perche' la verità venisse a galla, e cioè' che dietro le sollevazioni popolari e libere si celava la lunga mano (Inghilterra, Usa e Israele).

Il New York Times ad aprile dello stesso anno ha dovuto intitolare: 'Gruppi americani hanno favorito la diffusione della Primavera Araba'.

Chi sono questi gruppi e qual e' il loro gioco?

Tanto per citarne qualcuno: 'Otpor!' in Serbia e in altri paesi, il 'Movimento Giovanile 6 aprile' in Egitto, il 'Centro per i Diritti Umani' del Bahrain, il 'Fronte Nazionale per la Salvezza della Libia', 'Donne sotto assediò in Siria, 'Golos' in Russia, la 'Fratellanza Musulmana', ecc. Questi gruppi hanno ricevuto, finanziamenti dal National Democratic Institute (NDI), dal Freedom House di Washington e addestramento dall'intelligence statunitense (CIA) e britannica (MI5).

Per meglio comprendere qual e' il gioco, ad esempio il 'Movimento Giovanile 6 aprile' e' collegato con il CANVAS (Centro per l'Azione e le Strategie Applicate Non Violente), una ONG (Organizzazione non governativa) chiamata 'Otpor!', creata dal governo americano in Serbia nel 2000 e finanziata dall'Open Society Institute di George Soros, per rovesciare il governo di Slobodan Milosevic. Il CANVAS ha inoltre fornito assistenza ai manifestanti della 'Rivoluzione Rosa' in Georgia e a quella 'Arancione' in Ucraina.

Chi sceglie i colori delle Rivoluzioni?

L'attuale e potentissima elite economico-finanziaria, crea dal nulla organizzazioni non governative di facciata per poter lavorare indisturbato nei Paesi che vuole rovesciare.

Esistono, oltre a NDI e Freedom House, altri centri utili a dirottare milioni di dollari dalle casse governative ed esportare la cosiddetta democrazia a stelle e strisce, per esempio il Fondo Nazionale per la Democrazia (National Endowment for Democracy) riceve ogni anno 100 milioni di dollari dal Congresso statunitense.

Vi sono però gruppi che non finanziano, ma creano letteralmente le Primavere e le Rivoluzioni, e' il caso dell'International Crisis Group il cui motto ufficiale nel sito e' il paradossale e ipocrita 'Working to prevent conflict worldwide', letteralmente: 'lavorando per prevenire conflitti nel mondo'.

I nomi di alcuni membri del gruppo possono far comprendere la portata: il Presidente israeliano Simon Peres, il governatore della Banca d'Inghilterra Stanley Fisher, il banchiere-speculatore George Soros della Open Society Institute, gli storici della manipolazione della geopolitica come Zbigniew Brzezinski, Richard Armitage, Samuel Berger e il generale Wesley Clarck, ed Emma Bonino.

Tra i finanziatori vi sono le peggiori società del pianeta, tra cui le petrolifere BP, Chevron, Shell, Statoil e la società mineraria (platino, diamanti, minerali, ecc.) Anglo American PLC.

Risulta essere molto interessante e indicativo sapere che le società che partecipano attivamente alla distruzione ambientale, energetica e sociale di interi Paesi e continenti, fanno parte del gruppo che 'lavora per prevenire i conflitti nel mondo!

Tra tutti i membri, merita un approfondimento a parte l'ebreo ungherese George Soros (il cui vero cognome poi modificato era Schwartz). Soros e' il quindicesimo uomo più ricco al mondo, secondo la rivista Forbes, e uno dei maggiori e spietati speculatori planetari.

Membro, tra le altre cose, del Consiglio per le Relazioni con l'Estero (CFR, il governo ombra americano) e del Gruppo Bilderberg, finanziò Solidarnosc, fece crollare sterlina e lira nel 1992, e negli ultimi anni si e' dilettato, tramite il suo Open Society Institute, a finanziare le varie Rivoluzioni. La sua collusione e' a tal punto evidente che 'il premier russo Vladimir Putin per difendere il proprio Paese dalle intromissioni esterne, avrebbe emesso un mandato di cattura nei confronti di Soros, accusato di speculare sul Rublo e di finanziare l'opposizione in vista delle elezioni di marzo' (ASI, Agenzia Stampa Italia).

Putin ha perfettamente ragione, perché c'e' sempre Soros dietro le Pussy Riot, il gruppo russo di femministe riottose che, nel nome delle libertà, usano pornografia (atti sessuali di gruppo in luoghi pubblici, una di loro si e' perfino fatta filmare in un supermercato mentre s'infilava un pollo dentro la vagina) e blasfemia, il tutto per creare rotture mirate interne all'attuale governo di Mosca.

Le immagini che circolano in Rete non lasciano spazio a dubbi: le ragazze esagitate si fanno fotografare sventolando la bandiera dell'Otpor!'¦

Un'altra istituzione e' il Brookings Institution.

Si tratta di un'organizzazione no-profit con sede a Washington, la cui missione e' condurre ricerche indipendenti per poi fornire raccomandazioni pratiche su come rafforzare la democrazia americana, promuovere lo sviluppo economico e il benessere sociale, la sicurezza per tutti gli americani, e infine fissare una più aperta e prospera cooperazione internazionale.

E' completamente sconosciuto, ma il Brookings e' il think tank (serbatoio di pensiero) della politica americana, cioé uno dei gruppi più influenti al mondo.

Il Brookings riceve finanziamenti da Fondazioni Carnegie, Rockefeller e Ford, da banche come Goldman Sachs e Banca d'America e da industrie come Lockheed Martin (armi e difesa), Exxon, Boeing, General Electric, Alcoa, Nike, Gruppo Carlyle, Duke Energy, PepsiCo, Ateamp;T.

Il comitato e' composto da dirigenti d'azienda, illustri accademici, funzionari governativi ed ex leader. E' cosi influente questo gruppo che l'attuale embargo economico all'Iran e' opera loro. Nello studio pubblicato nel 2009 dal titolo: 'Quale strada verso la Persia?', il Brookings ha esaminato attentamente le modalità con cui l'amministrazione statunitense possa influenzare il cambio di regime a Teheran, e il suggerimento, poi reso operativo, e' stato di costringere il Paese a penalizzanti sanzioni economiche. La realtà e' che le analisi e le soluzioni fornite dal gruppo, vengono poi messe in atto dai camerieri dei banchieri: i politici.

'Fa tutto parte - spiega Flynt Leverett, ex ufficiale del Consiglio di Sicurezza Nazionale sotto Bush - di una campagna di provocazione, finalizzata ad aumentare la pressione sull'Iran. L'idea e' che a un certo punto gli iraniani risponderanno e allora l'Amministrazione avrà il pretesto per colpirli'. Stanno cercando la scusante mediatica (armi nucleari o una risposta militare) per poi intervenire e rovesciare il regime.

Problema dalla Reazione alla Soluzione

La Soluzione e' il cambio di regime nei paesi considerati dall'elite il Male assoluto: Siria e Iran per esempio, il tutto per instaurare delle dittature militari e/o governi fantoccio filoccidentali; il Problema e' creare divisioni e dissidi attraverso organizzazioni e la stampa, scontri armati, omicidi e stragi grazie a mercenari e spie, facendo poi cadere la colpa sul governo di turno, al fine di innescare la Reazione emotiva violenta delle persone.

Allora può intervenire l'esercito salvatore del Messia, lo zio Tom, che con missili intelligenti, bombe a grappolo, al fosforo, all'uranio impoverito, bombe nucleari tattiche e sporche può riportare la Pace e l'Armonia, tanto implorata dalla miserabile e stremata popolazione.

Non ricorda qualcosa di già visto?

Il ruolo della CIA

Cosa c'entra la CIA in tutto questo?

L'Agenzia di intelligence più' famosa al mondo, grazie ai film propaganda di Hollywood, mette lo zampino da oltre sessant'anni in tutte le guerre, attentati, colpi di stato e Rivoluzioni.

Secondo la Commissione investigativa del senatore statunitense Church, la CIA avrebbe organizzato oltre 3000 operazioni maggiori e 10.000 operazioni minori che hanno provocato la morte di più di 6 milioni di persone.

Quando c'e' qualcosa di illegale, i servizi segreti hanno sempre la mani in pasta.

Con i fondi neri che derivano dall'esportazione illegale di droga e armi, le intelligence finanziano gruppi armati, li addestrano e li preparano per i vari scenari globali.

Qualche esempio? Negli anni Ottanta i mujaheddin, quando combattevano in Afghanistan contro il nemico russo, erano dipinti, dalla cricca massonica CIA eamp; Hollywood, come eroi e combattenti per le libertà. Venivano definiti come la 'resistenza afghana', e la loro guerra decennale e' stata finanziata segretamente dall'intelligence.

Proprio dalla CIA- mujaheddin nasce al- Qaeda, che non e' il nome di un gruppo terroristico, ma il nome di un database (o meglio 'la base') con tutti i nomi dei mujaheddin e trafficanti internazionali di armi utilizzato da CIA e dai regnanti sauditi. Per essere più precisi, si trattava di due file: 'Q eidat il-Maaloomaat' e 'Q eidat i-Taaleemaat', tenuti in un unico file 'Q eidat ilmu'ti'aat', abbreviato dagli arabi in al-Qaeda, che in arabo significa la base.

Da allora la base, al - Qaeda, ha continuato a ricevere segretamente supporto dalle varie intelligence ed e' stata utilizzata nei vari scenari: nel 2000 in Serbia (Esercito di Liberazione del Kosovo) fino ai nostri giorni, nella infinita e dissanguante 'Guerra al terrorismo'.

A l- Qaeda era un database che e' diventato uno strumento militare pronto per essere usato quando serve.

L'e'lite ha sempre avuto la necessità di mantenere attiva la paura di qualsiasi genere.

Il nemico e' utilissimo perché da una parte permette di guadagnare migliaia di miliardi di dollari per le spese militari, di sicurezza e difesa, dall'altra occupare i media e distrarre l'attenzione del grande pubblico e infine, far passare leggi repressive, antiliberali e antidemocratiche.

Prima si faceva tutto questo grazie alla Russia e alla Guerra Fredda, ora, dopo la caduta del muro di Berlino, hanno dovuto creare dal nulla un altro nemico, uno molto più subdolo, invisibile e feroce: il terrorismo.

Il terrorismo diretto e indiretto oggi viene utilizzato in qualsiasi situazione: e' il classico nemico-amico camaleontico, adattabile e funzionale al Sistema. Apparentemente e' un nemico quando uccide civili inermi (attentati, stragi, 11 settembre 2001, ecc.), ma diventa utile quando permette l'intervento militare successivo (Afghanistan, Iraq, ecc.).

L'invenzione dell'Asse del Male

Il 2 marzo 2007 il generale Wesley Clarck in una intervista a Amy Goodman, ha spiegato che l'amministrazione Bush aveva programmato di 'far fuori' sette paesi dell'Asse del Male: Iraq, Libano, Somalia, Libia, Siria e Iran.

L'agenda dell'elite, a prescindere dai vari burattini (Bush, Obama e gli altri), e' stata portata avanti in maniera sistematica, ad eccezione dell'ultima roccaforte: l'Iran. Tutti gli altri Paesi, chi più chi meno, sono stati 'liberati' e 'occidentalizzati'.

L'ultimo Paese sovrano ad eccezione dell'Iran, e' la Siria che e' sempre stata anche nella 'lista nera' di Israele: e' l'ultimo Stato arabo indipendente, secolarizzato e multietnico in Medio Oriente, fedele alleato dell'ex Persia e quindi un ostacolo per l'egemonia israeliana sulla regione.

Una verità molto scomoda e' che tutti i governi arabi che rifiutano di sottomettersi al dominio occidental-israeliano vengono tormentati con attentati e destabilizzati di continuo, fino a essere costretti, se vogliono sopravvivere, a sviluppare un apparato di sicurezza che risulta totalitario. A questo punto, quando fa loro più comodo, le potenze occidentali e Israele possono evidenziare, con toni accusatori, la mancanza di 'liberta'' all'interno delle nazioni prese di mira e avviare il processo di rovesciamento. Viene per cosi dire, guardata la pagliuzza nell'occhio degli altri, ma non la trave nei propri.

Come nasce una Rivoluzione colorata?

Ogni Rivoluzione che si rispetti, ha un nome e un colore diversi: Rivoluzione di Velluto in Cecoslovacchia, Rivoluzione del 5 maggio in Serbia, delle Rose in Georgia, dei Tulipani in Kirghizistan, dei Cedri in Libano, Arancione in Ucraina, Zafferano in Myanmar, Verde in Iran e Viola in Italia.

Colori e nomi a parte, dietro c'e' sempre lo stesso artista e il medesimo motto: Divide et Impera.

Prendendo spunto dall'ultima strategia di gioco messa in atto in Siria, ecco una breve panoramica che ben descrive però quello che realmente e' successo. Tale modello e' lo stesso messo in atto anche negli altri paesi.

Prima viene fondata una o più ONG, Organizzazione non-governativa, per creare un clima di protesta nel paese preso di mira; alcuni provocatori ben pagati organizzano manifestazioni di piazza, per poi sparare sulla folla allo scopo di alimentare le violenze; creare e pubblicare in Rete video artefatti che danno l'illusione della repressione da parte del governo; si procede con l'invasione delle città di confine con forze speciali e squadroni della morte; si fomenta la guerra civile e si fabbricano i pretesti per un intervento militare dell'ONU o della NATO; il socialismo arabo e il governo popolare viene rimpiazzato da un governo fantoccio nelle mani dei banchieri di Wall Street e della City di Londra. Infine le multinazionali firmano i contratti miliardari per la 'ricostruzione' e la 'sicurezza'.

In questo modo distruggono dall'interno un Paese sovrano, sostituiscono i legittimi governanti mettendo al loro posto un governo fantoccio totalmente controllato, depredano le risorse del sottosuolo (minerali, metalli, petrolio, gas, acqua, ecc.), e infine, ricostruiscono dalle macerie, guadagnandoci migliaia di miliardi di dollari.

Esportare la democrazia, e' la scusa ufficiale per cancellare dalle carte geografiche tutti i governi indipendenti e sovrani, che potrebbero essere da esempio ad altri, mettendo a rischio il controllo globale, e dall'altra parte, l'intervento militar-industriale serve per accaparrarsi le risorse energetiche e/o minerarie.

Pochi sanno che il Regno Unito ha investito ben 500 milioni di dollari nell'intervento della Nato in Libia, e non certo per liberare la popolazione da una dittatura pluridecennale. Secondo il Dipartimento del Commercio e degli Investimenti i contratti per la ricostruzione del paese (sanità, educazione, elettricità e risorse idriche) ammontano a più di 300 miliardi di dollari.

La guerra e la successiva ricostruzione fa diventare ricchissimi, visto che il rapporto e' 1:600, cioè investi 1 dollaro e ne porti a casa 600.

La strategia e' perfetta e soprattutto ben oliata.

La 'Rivoluzione siriana', i media e le false flag

La rivoluzione e' iniziata nel marzo 2011, quando sono scoppiati i primi scontri armati, ma e' stata concepita molto tempo prima'¦

Questa rivoluzione e' la copia carbone della maggior parte dei 'cambi di regime' incoraggiati e fomentati dalla CIA: mercenari, sicari, squadroni della morte pagati centinaia di migliaia di dollari per accendere la miccia, il tutto seguito da una campagna di bombardamento al momento opportuno.

Esattamente quello che e' accaduto in Libia, con britannici e israeliani che hanno coordinato le loro risorse e condiviso le dotazioni di combattenti mercenari di al - Qaeda reclutati.

In Libia e Siria, i cecchini e i criminali che hanno sparato sulla folla e sulla polizia, erano soldati mercenari pagati per farlo.

I media mainstream totalmente allineati, alterano e modificano sistematicamente le notizie per farci credere quello che l'elite vuole che noi crediamo: a sparare sulla folla sono stati i militari siriani o libici.

Inventare atrocità mai commesse e' uno dei mezzi più antichi ed efficaci per ottenere il supporto ad una guerra. Un esempio di questa strategia sono le notizie che accusavano Muammar Gheddafi di avere colpito dei pacifici dimostranti con aerei da combattimento, facendo una strage e uccidendo più di 6000 civili, il doppio delle Torri Gemelle. Queste notizie sono state il pretesto per l'espulsione del governo libico dal Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite e per realizzare i crimini contro l'umanità verificatisi successivamente in Libia.

Non stupisce sapere che una delle fonti di queste gravissime accuse e' la Lega Libica per i Diritti Umani, che riceve sovvenzioni direttamente dal Dipartimento di Stato americano... L'esercito russo ha pubblicato un rapporto in cui si afferma che la zona dove sarebbe avvenuta la strage e' monitorata costantemente dallo spazio con i loro satelliti, e nessun attacco ha mai avuto luogo! Avete sentito questa notizia? Non e' mai avvenuta quella strage, quindi i media occidentali hanno riportato notizie false, inventate di sana pianta.

Le false flag o false bandiere, sono esattamente la strategia contraria: un attentato o una strage realmente accaduta, viene addebitata a qualcun altro. L'attacco alle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001 e' la pietra miliare delle false flag: l'auto-attentato e' stato artatamente addebitato a dei talebani, diventati per l'occasione piloti provetti di Boeing.

I giornalisti embedden continuano ancora oggi, dopo ben 11 anni, a riportare la versione ufficiale, quella cioè politicamente corretta: i cattivi sono stati i talebani, mentre i buoni sono gli americani.

Per avere maggiori informazioni e chiarirsi eventuali dubbi su Rivoluzioni e Primavere arabe consiglio i seguenti libri: 'Rivoluzioni S.p.A.: chi c'e' dietro la Primavera Araba' di Alfredo Macchi, Alpine studio e 'Obiettivo Siria', Tony Cartalucci e Nile Bowie, Arianna editrice(Tratto da: http://www.stampalibera.com)

N.B.

Non avrei mai e poi mai voluto aggiungere al servizio su: La sposa promessa, la disaminmina di come il potere agisce per causare conflitti e morti nell'umanità. Ma credo che bisogna usare anche il bisturi per aiutare a capire meglio di come siamo manomessi e manovrati. L'ho fatto specie per i giovani che devono avere speranza e amore per il loro futuro che è sicuramente sotto l'occhio di Dio.

Maria, Enrico, Elisa Marotta & Antonio e Diana

Maria, Enrico, Elisa Marotta & Antonio e Diana
Società