ANCORA NATALE (che viene da lontano)
Non fu facile, però, perché utilizzare la data del 25 dicembre significava mettersi in contrasto col racconto evangelico di S. Luca, il più completo sull'argomento, il quale narrando di pastori che passano la notte all'aperto evocava piuttosto un ambiente primaverile, che non il freddo periodo invernale. Poi c'era la precedente tradizione cristiana che fissava la nascita di Cristo in un giorno di primavera: Clemente di Alessandria l'aveva stabilita il 19 aprile, altri padri della Chiesa il 18 aprile, altri ancora il 29 maggio e il 28 marzo.
Fu dopo molte discussioni ed esitazioni che i vescovi di Roma scelsero il 25 dicembre. Il vescovo siriano Jacob Bar-Salibi scrive nel XX secolo: « Era costume dei pagani celebrare al 25 dicembre la nascita del Sole, in onore del quale accendevano fuochi come segno di festività. Anche i Cristiani prendevano parte a queste solennità. Quando i dotti della Chiesa notarono che i Cristiani erano fin troppo legati a questa festività, decisero in concilio che la "vera" Natività doveva essere proclamata in quel giorno. » La confusione fra i culti continuò per alcuni secoli. Ancora ottanta anni dopo l'editto di Teodosio, che proibiva i culti diversi dal cristianesimo, nel 460, il papa Leone I sconsolato scriveva: « È così tanto stimata questa religione del Sole che alcuni cristiani, prima di entrare nella Basilica di San Pietro in Vaticano, dopo aver salito la scalinata, si volgono verso il Sole e piegando la testa si inchinano in onore dell'astro fulgente. Siamo angosciati e ci addoloriamo molto per questo fatto che viene ripetuto per mentalità pagana. I cristiani devono astenersi da ogni apparenza di ossequio a questo culto degli dei. »( Cfr.:Papa Leone I, 7° sermone tenuto nel Natale del 460 - XXVII-4).
Allora?
é chiaro che la religione cristiana, anche per quanto riguarda la nascita del suo Dio che si fa uomo, Gesù, si limita a recuperare, cambiare e aggiustare alle proprie esigenze "politiche" le precedenti tradizioni religiose 'pagané e contadine, legate alla Natura e al mondo rurale. Il risultato é che oggi nulla ricordiamo della festa del Fuoco e del Sole, della festa della divinità della luce Mitra, dei grandi banchetti, dei sacrifici, degli scambi dei doni e (a volte) delle orge dei Saturnali romani, un periodo in cui tra l'altro venivano abbandonate le divisioni sociali e si viveva in pace. Non ci accorgiamo come in questi giorni il Sole pare fermarsi e morire, per poi tornare a vincere la sua eterna battaglia con le Tenebre. Non guardiamo più il cielo, occupati come siamo a lavorare per ottenere del denaro e poi poterlo scambiare con oggetti di diverse forme e colori. Oggetti di cui spesso non abbiamo bisogno, e buttiamo via alla prima occasione. Sarebbe bello fermarsi un momento, mettere da parte le tante favole strampalate e limitarsi a contemplare lo spettacolo della Natura, sempre nuovo e sempre uguale, e meditare su quanto siamo fortunati a poter vivere, seppur solo per una volta e solo qualche decennio, nell'unico vero Paradiso che abbiamo, cioè la nostra bellissima terra che- pare- secondo le profezie Maya, finirà molto presto.
Noi crediamo all'unico Signore Dio, nostro padre che ci ha dato Gesù, quel bimbo amorevole e nudo che stende le braccia proprio a tutti per essere solidali, attenti, fiduciosi e camminare verso il futuro in pace, proprio come annunciarono gli angeli sulla grotta di Betlemme.
ttadisondrio.it - 30.XII.2012 - n. 36/2012, anno XV
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