GLI ALPINI DALLE STEPPE ALLE ALPI

Puntuale come un orologio svizzero l’81° anniversario alpino della tragica battaglia di Nikolajewka. La “Fratellanza Alpina” della sezione valtellinese del gruppo Sondrio capitanata da Mirco Orietti si è data adunanza presso la Chiesa dei Frati di Montagna in Valtellina per celebrare l’81° anniversario della tragica eppur gloriosa battaglia di Nikolajewka combattuta sul fronte russo nel ’43. Ed erano veramente tantissime le “Penne Nere” che non hanno voluto mancare ad un appuntamento importante per ricordare i Caduti dei mitici battaglioni alpini “Edolo-Morbegno-Tirano” che si distinsero eroicamente immolando la loro vita per la patria in territorio sovietico nella disperata ricerca di un varco tra le file nemiche per la ritirata. Una cerimonia sobria e toccante alla presenza di lunghe file di alpini coi loro vessilli e le autorità cittadine di Sondrio, Montagna e Poggiridenti per l’alzabandiera sulle note dell’Inno d’Italia. Tutti insieme poi per partecipare alla Santa Messa officiata dal cappellano della sezione Sondriese, don Mario Bongio, l’augusto frate cappuccino dalla parola alata e il grande cuore che per lunghi anni ha retto le sorti della vita conventuale di Colda. Un sermone d’alto rango condito dall’esperienza rodata di chi ha sempre saputo toccare il cielo seguendo il compito di guidare il suo gregge con accortezza e lungimiranza. Un sacro rito, quello di Colda, inondato di preci e canzoni scandite da squilli di tromba che infine con il “Silenzio” hanno intonato il dovuto omaggio ai Caduti inviati a combattere un’ impari lotta sulla linea del Don. Uomini che dopo l’inevitabile accerchiamento furono in tanti a cadere sul campo per la disfatta militare o durante il ripiegamento obbligato dell'intero Corpo d'Armata Alpino, a piedi, nel gelo della pianura sarmatica fino a Nikolajewka con gli aerei che mitragliavano dall’alto non lasciando scampo. A loro va la toccante la preghiera a Dio affinchè nella Sua gloria possa accoglierli rendendo la nostra vita degna del loro sacrificio. Pochi i sopravvissuti ormai allo sbando che riuscirono miracolosamente a tornare in patria in seno alle loro famiglie per raccontare l’orrore di quei giorni terribili. O per tenersi dentro l’orribile segreto, nel più profondo della memoria, per cancellarla per sempre dalla mente perché troppo dolorosa. In una nicchia laterale della Chiesa dei Frati, ai piedi dell’artistica effigie della Madonna Nera, giunta dalla lontana Polonia, c’è un piccolo cippo commemorativo, opera di Guido Pozzoni, grande esperto d’arte sacra, che ha scolpito una sorta di Via Crucis del sacrificio di tanti Alpini durante 7 asperrime battaglie combattute dal glorioso Corpo sul fronte russo. Tra luci e scarne croci lignee vigila una preziosa icona della Vergine. La dolce “Castellana d’Italia” che veglia maternamente su di noi, sulle nostre famiglie, la nostra Patria. La cerimonia in memoria di tutti i Caduti si è conclusa infine con un lauto rinfresco nella sala conventuale per un familiare scambio di battute e la promessa di ritrovarsi ancora insieme in prossimo anno.

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